Asset petrolio, chiusura positiva

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Si registra una chiusura in positivo per un asset molto importante e molto seguito dai trader di opzioni binarie: il petrolio.

Durante la scorsa sessione la quotazione del greggio ha guadagnato un 1,33%, chiudendo le contrattazioni a quota 61,04. Un’attenta analisi evidenzia in ottica settimanale una configurazione tecnica tendenzialmente neutrale.

I prezzi oscillano nel mezzo delle medie mobili a 50 e 200 giorni, passanti rispettivamente a 56,05 e 65,53. Finché le quotazioni si manterranno su questi livelli la tendenza rimarrà quella appena descritta.

Il petrolio sale ‘approfittando’ della debolezza del dollaro. Entriamo, dunque, nei dettagli.

L’EIA (Energy Information Administration) ha comunicato oggi che le scorte di petrolio (Crude Inventories) sono calate la scorsa settimana negli USA di 1,9 milioni di barili. Si tratta del quinto calo settimanale di fila. Gli analisti avevano previsto un calo di 1,5 milioni di barili.

Le scorte di benzina sono calate di 0,3 milioni di barili. Gli esperti avevano atteso una variazione nulla.

L’EIA ha inoltre comunicato che la scorsa settimana le scorte di distillati sono aumentate di 3,8 milioni di barili (stime: +1 milione di barili).

Il prezzo del petrolio scende al momento al NYSE dello 0,7%.

Volendo fare un ulteriore approfondimento, si può dire che durante gli ultimi giorni, il prezzo del petrolio è aumentato di circa il quaranta per cento in confronto ai minimi raggiunti nel mese di marzo.

E questo dopo il forte calo degli ultimi mesi che ha portato il prezzo al barile a raggiungere il livello più basso degli ultimi cinque anni e mezzo, cioè da quando la crisi mondiale causò un improvviso crollò della domanda di greggio.

Tra le cause della ripresa – se così si può definire – ci sono le tensioni in Medio Oriente che hanno portato a una diminuzione dell’offerta e un aumento della domanda in Cina, che attualmente è il secondo paese consumatore al mondo e il più grande importatore. Il consumo e l’acquisto di benzina negli Stati Uniti – visti i prezzi più bassi – è aumentato e, allo stesso tempo, la produzione degli Stati Uniti è calata leggermente. Infine, le riserve di greggio sono diminuite per tre settimane consecutive, anche se partivano da livelli molto elevati. Detto questo, precisa l’Economist, è improbabile che l’attuale ripresa del prezzo possa essere sostenuta.