Le divergenti politiche monetarie delle Banche Centrali

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Oggi sarà la giornata dedicata alla Bce, o almeno la mattinata visto che nel primo pomeriggio verrà comunicata la decisione di Draghi in merito ai tassi di interesse in Europa. I consolidamenti che abbiamo visto ieri sulla moneta unica europea e sulla sterlina sono testimoni di come si sia formata qualche attesa, soprattutto riguardante eventuali decisioni non convenzionali da parte della BCE. Anche la Banca Centrale Inglese oggi comunicherà eventuali cambiamenti, anche se non dovrebbero esserci grandi novità.

Le economie che non si trovano in difficoltà e che non hanno avuto necessità di implementare misure straordinarie di politica monetaria si stanno limitando a mantenere delle politiche accomodanti (pensiamo al Canada e all’Australia) al fine di sostenere una ripresa che deve fare i conti, soprattutto nel secondo caso, con una valuta domestica forte nei confronti del biglietto verde. La Nuova Zelanda ha addirittura cominciato un ciclo di rialzi (ora in pausa) per contenere pressioni derivanti dal mercato immobiliare.

Nei mercati forex c’è forte attesa per il meeting della Bce

Se ci riferiamo ad economie che invece hanno incontrato delle difficoltà enormi (Usa, UK, Giappone, Europa e Svizzera) ci troviamo di fronte ad un quadro d’insieme che mostra chiaramente come l’istituto centrale di Francoforte si sia mosso in netto ritardo rispetto alle colleghe e sia ancora in ritardo rispetto a quello che si dovrebbe e si potrebbe fare per rimettere in circolo il sistema spiega Dailyfx. Gli Usa infatti, dopo aver tagliato i tassi fino ad un corridoio che si muove tra lo 0% e lo 0.25% hanno implementato tre diverse fasi di alleggerimento quantitativo, dalle quali ora stiamo uscendo (il così conosciuto “tapering” significa ridurre gradualmente gli importi iniettati nel sistema su base mensile, attualmente siamo a 25 miliardi contro gli 85 di partenza).