Mercati: deboli per colpa della Siria

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Ancora una volta una questione internazionale come quella siriana incide sulla stabilità delle borse. In questo momento a soffrire è soprattutto il mercato delle materie prime e la finanza del Vecchio Continente. Ecco come si è evoluta e poi stabilizzata la questione mediorientale. Barack Obama ha deciso di intervenire il prima possibile in Siria, andando militarmente alla ricerca di Assad. Il suo possibile intervento ha fatto reagire in modo scomposto le borse che sono entrate in una fase calante fino alla giornata di oggi. Il presidente americano ha cercato di far partecipare all’impresa quelli che in altre occasioni sono stati suoi alleati: il Regno Unito e la Francia.

Peccato che Cameron, presentandosi davanti al Parlamento per interrogarlo sull’opportunità d’intervenire, abbia incassato un diniego molto importante. Analogamente Hollande ha invitato l’America a trovare una soluzione politica alla questione siriana prima di prendere in esame un intervento di tipo militare.

Obama, completamente estraneo a queste sollecitazioni, ha ribadito di essere pronto ad andare anche da solo in Siria. I listini europei si sono subito portati in terreno negativo nell’incertezza legata a questa situazione. Piazza Affari, tanto per restare nel nostro contesto, ha perso in un sol giorno l’1,3 per cento con uno spread salito fino a 253 punti.

Il prezzo del petrolio al barile è però in calo.