Materie prime: cresce il prezzo del greggio

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ECONOMIA

Un terzo del petrolio in circolazione nel mondo è prodotto nei paesi del Medioriente che, notoriamente, non hanno una situazione politica stabile. Per questo, come già accaduto per l’Egitto, anche per la Siria ci sono delle tensioni che fanno crescere il prezzo del petrolio. Gli Stati Uniti hanno dichiarato da poche ore di voler sistemare la questione siriana in poco tempo e meditano d’intervenire rapidamente in questa porzione di Medioriente. L’intervento, di natura militare, dovrebbe essere finalizzato alla ricerca di Assad ma gli analisti non escludono un possibile effetto domino anche nei paesi contigui come l’Iraq o Israele.

Se la crisi siriana dovesse espandersi, sommandosi ai disordini egiziani, allora ci potrebbero essere dei problemi anche nel resto del mondo. In questi paesi, come detto in apertura, si produce un terzo del petrolio venduto sui mercati mondiali. L’instabilità politica potrebbe bloccare le esportazioni di greggio.

Il petrolio, a fronte di una domanda stabile, vedrebbe crescere il suo costo in modo esponenziale. In realtà non si tratta di una previsione tanto lontana perché il prezzo del greggio al barile è già cresciuto in modo considerevole. Oggi si parla di 112 dollari per un barile di petrolio. Un costo così elevato non si registrava dal 2011.