Opzioni binarie: l’indicatore ADX

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L’indicatore ADX (sigla di Average Directional Index) si configura come uno degli strumenti a disposizione degli analisti per riuscire ad individuare nel modo più preciso la formazione di un trend, sia esso positivo o negativo.

Principalmente, esso compare sotto forma di un grafico strutturato su valori compresi tra 0 e 100, nel quale si muovono tre curve:

1. una che potremmo marchiare con il colore verde, il Directional Indicator Positivo (+DI), indicante l’intensità del movimento rialzista,

2. una in rosso, che indica il Directional Indicator Negativo (-DI), che tratteggia a sua volta la forza dell’andamento ribassista,

3. una terza in nero che è in pratica la risultante delle altre due, appunto l’ADX.

Occorre precisare che l’indicatore ADX non serve a misurare la direzione in cui si muove un trend, bensì la sua effettiva forza. In questo senso, quando esso si muove sopra il valore di 40 vuol dire che l’andamento è ancora vigoroso, tanto da essere definito super-trend, mentre sotto il dato di 20 indica il suo appannamento, ovvero che sta perdendo gradualmente forza. A cavallo di questa fascia, si può distinguere tra valori oscillanti tra 16 e 25, in cui il mercato è trading range, e tra 10 e 15, in cui la situazione è flat.

L’utilizzo dell’indicatore ADX è inopportuno nei casi in cui un titolo si muove all’interno di parametri di routine, senza manifestare comportamenti troppo pronunciati verso l’alto o verso il basso: in questi casi l’indicatore ADX può addirittura rivelarsi controproducente.

Invece esso rivela tutta la sua utilità nei casi in cui il titolo in questione riveli un alto tasso di volatilità. Allo stesso tempo, molti analisti non esitano a ricordare che come tutti gli indicatori che focalizzano la loro attenzione sul trend, la fotografia da esso fornita risulta sempre sfalsata rispetto alla realtà dei mercati valutari, generando troppi falsi segnali nei momenti in cui gli stessi si trovano in una fase laterale.