Asset opzioni binarie, il calo del petrolio preoccupa i trader

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Wall Street appare in netto calo in sintonia con i prezzi del petrolio, scivolati di oltre il 3%. In particolare il Brent è terminato a 43 dollari al barile e il Wti è finito sotto quota 40 dollari, prima volta dal 26 agosto, per effetto delle scorte americane salite oltre le attese.


Gli altri dati: indice Dow Jones in calo dello 0,89%, S&P 500 circa dell’1,2% e Nasdaq dello 0,64%. Sul versante macro i dati giunti nel pomeriggio non hanno creato problemi alla Fed nell’ottica del rialzo dei tassi, essendo tutti ben intonati. Tanto che Janet Yellen ha fatto intuire che la mossa della banca centrale è a prossima.

Sul listino titolo Yahoo in ascesa del 5,9% a 35,7 dollari sull’ipotesi, avanzata dal Wall Street Journal, secondo cui il gruppo starebbe valutando la cessione delle proprie attività su internet alla luce delle incertezze che accompagnano il progetto di scorporo della quota in Alibaba.

La domanda dei trader è: che ne sarà dell’oro nero? D’ora in avanti, calcola la Iea, la domanda mondiale di energia crescerà più o meno l’1 per cento l’anno: dal 1990 in poi, andavamo ad una velocità doppia. Merito dei miglioramenti nell’efficienza energetica. E, specificamente per il petrolio, aggiunge la Iea, il boom è finito. Da qui al 2020, sostiene il direttore esecutivo, Fatih Birol, la produzione di greggio aumenterà del 5 per cento. Poi, ci vorranno venti anni, fino al 2040, perché aumenti di un altro 5 per cento o poco più. Che succede? L’Occidente, i paesi ricchi dell’Ocse voltano le spalle all’oro nero. Da qui al 2040, America, Europa, Giappone ridurranno i consumi di 11 milioni di barili al giorno, l’equivalente di un quarto dei consumi attuali. Il problema è che quei barili ricompaiono nei consumi dei paesi emergenti, come Cina e India che ne utilizzeranno, appunto, 11 milioni in più. Saldo zero, insomma.