Cina: via alla libertà nei tassi delle banche

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ECONOMIA

Lo statalismo cinese è duro a morire ma ci sono delle piccole novità nel mondo finanziario che iniziano a minarne le basi, per esempio la liberalizzazione delle banche che punta ad aumentare competitività e prestiti erogati per famiglie e imprese. 

Fino al 22 luglio scorso, se vogliamo essere precisi con le date, i tassi d’interesse che dovevano essere applicati dalle banche cinesi, erano definiti a livello centrale. Adesso invece, ogni istituto di credito, pur non dovendo scendere sotto la soglia minima, potrà fissare il tasso che ritiene più opportuno.

In vista, quindi, c’è un incremento della competitività interna del sistema creditizio cinese ma c’è anche l’incremento del numero di prestiti e mutui che le banche orientali saranno pronte ad erogare per famiglie e imprese. I consumatori, tanto per sintetizzare al massimo la categoria, saranno liberi di scegliere il tasso più basso.

L’Italia, in una situazione di crisi non indifferente, potrebbe prendere spunto da quel che accade in Cina ma secondo molti analisti, nel nostro paese, la stretta del credit crunch è ancora troppo elevata. Un recente report dell’Associazione bancaria italiana, dimostra infatti che anche nel mese di giugno occorre prendere atto di un calo del 3 per cento dei prestiti concessi. Contemporaneamente si assiste ad un aumento delle sofferenze del 22 per cento.