Il mercato del nucleare è teso

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Il mercato dell’energia, non solo quello delle materie prime, è in tensione e tutto sembra dipendere dal rinnovato interesse per il nucleare.

Siamo quasi ad un anno e mezzo di distanza dall’incidente di Fukushima, eppure la paura del disastro nucleare ha già abbandonato i mercati dove gli investitori tornano a scommettere su questo tipo di energia.

Le fonti di energia atomica, dunque, continuano ad interessare i governo e chi gioca in borsa. A dirlo è l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica che ha pubblicato un ultimo report questa settimana spiegando come si muove il “mercato”. 

Ci sono ben 29 Paesi che stanno pianificando un ritorno all’energia nucleare, fondamentale per soddisfare il loro bisogno energetico. Il che vuol dire che le preoccupazioni ambientali ma anche la volatilità dei prezzi dei combustibili fossili non influenzano il desiderio di energia atomica.

Oggi, quindi, bisogna prendere atto della costruzione di 62 reattori nucleari che andrebbero ad aggiungersi ai 435 reattori attualmente in funzione. Questi numeri non ripropongono scenari “antichi” come quelli vissuti negli anni Settanta quando i reattori in costruzione alla fine del decennio erano 233, ma si va oltre le stime del periodo 1995-2005.

In questo decennio, infatti, i reattori in costruzione erano soltanto 30-40. Purtroppo, secondo l’Aiea, bisogna tener conto che il fabbisogno energetico è in aumento, soprattutto nei paesi emergenti.