Saxo Bank: petrolio, euro e default spagnolo

Saxo Bank prova ad indicare 10 scenari shockanti per il mercato, dieci possibili cambiamenti con un impatto importantissimo sui mercati mondiali. Abbiamo visto in generale l’idea di base delle previsioni e poi analizzato tre situazioni particolari. Adesso continuiamo con lo zoom. 

Saxo Bank: tre previsioni shockanti

Il 2013 non sarà proprio come l’abbiamo immaginato: un anno di ripresa con l’entusiasmante recupero di 10 punti percentuali da parte dell’indice Standard&Poor’s. A mettere in guardia gli investitori, in questo senso, ci ha pensato Saxo Bank. 

Saxo Bank prova con l’effetto shock

Ogni anno da dieci anni a questa parte, Saxo Bank prova a definire una serie di previsioni cosiddette shockanti, evoluzioni del mercato che qualora si verificassero, avrebbero davvero un effetto rivoluzionario sui mercati. Le Outrageous Predictsions di quest’anno si concentrano sulla società. 

Monti a capo del nuovo governo centrista?

In questi giorni si discute molto della candidatura di Monti alle prossime elezioni, visto che la continuità nell’azione di governo e l’allontanamento della prospettiva di ingovernabilità, hanno attirato nuovi investimenti nel nostro paese.

Fine anno: i market mover ci sono lo stesso

Fino alla fine dell’anno ci sono degli appuntamenti che possono delineare le oscillazioni e le variazioni delle quotazioni delle valute. In questo ultimo tratto del 2012, alcune pubblicazioni potranno influire sull’andamento del dollaro australiano e dello yuan cinese.

Fiscal cliff, tutto quello che cambia per l’America

Il fiscal cliff sta tenendo sotto scacco l’America che alla fine dell’anno potrebbe ritrovarsi con una bella eredità dal 2012: diversi mila euro in più di tasse. In tutta questa faccenda, tra la perdita delle agevolazione e l’aumento delle imposte, saranno penalizzati soprattutto i più poveri.

Il 2012 non è poi così positivo

 

Investire in opzioni binarie vuol dire prendere atto dei dati restituiti dal mercato, compararli e poi prevedere i trend futuri. A volte però, i dati annunciati, devono essere “tarati”. Vediamo in che senso partendo dall’analisi del 2012.