Tutte le borse brindano a Draghi

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Le parole di Mario Draghi, presidente della BCE, il 26 luglio scorso, sono state perentorie e finanziariamente entusiasmanti. Draghi ha chiesto la fiducia degli investitori spiegando loro che l’intervento della Banca Centrale Europea sarebbe bastato.

Gli investitori, soprattutto quelli rintanati nella City di Londra, ci hanno creduto e i listi europei, dalla fine di luglio, hanno iniziato a riguadagnare terreno. Per esempio Piazza Affari è cresciuta del 31,6 per cento ed è andata bene anche Madrid con il +36,5 per cento.

Il nostro spread, altro simbolo della crisi, è precipitato dai 534  punti ai 318 di fine anno. Convinti gli investitori sulla possibilità di mettere una pezza alla crisi del debito, adesso si tratterà di convincerli che la strategia scelta è sostenibile.

La BCE, questa è una domanda tipo, riuscirà a salvare paesi in crisi come la Spagna? Per il momento è stata allentata la crisi greca ed è stata anche allontanata la paura più grande: quella che la Grecia perdesse l’euro spezzando la vita intera della moneta unica.

La Grecia, adesso, è salva, ma gli investitori come si sono comportati? Nell’ipotesi di un ritorno alla moneta locale, l’investitore previdente punta tutto sui paesi forti ed abbandona quelli più deboli. Quindi in primavera, con il pericolo greco sul groppone, tutti sono fuggiti verso la Germania. Adesso, tenuto conto anche dell’asta dei BTp messa in archivio dal nostro Tesoro, la tendenza potrebbe essere invertita.