Forex: i rischi che arrivano dai paesi emergenti

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I paesi emergenti, in un contesto di crisi, assumono un’importanza cruciale: il fatto è che oltre ad incrementare notevolmente le riserve d’oro, stanno anche muovendo le acque nel mare del Forex. Ecco i rischi. 

Le valute dei paesi emergenti, fino a pochi mesi fa, sono apparse molto sofferenti. Molto dipende dal fatto che il dollaro è sempre stato considerato la moneta ufficiale per gli scambi più importanti, soprattutto nel settore delle materie prime.

La sofferenza si è acuita nel primo semestre del 2013 in virtù del peggioramento delle condizioni economiche mondiali. Le commodities hanno subito un calo degli ordini e dopo la riduzione degli stimoli monetari, il panorama finanziario si è caricato di precarietà.

In due mesi, che vanno dalla fine di maggio ad oggi, le valute dei paesi emergenti hanno subito una svalutazione importante. Hanno perso circa il 5 per cento rispetto al dollaro americano. A livello di previsioni, Morgan Stanley ha detto che il dollaro sarà ancora forte per un lungo periodo, ma si può puntare qualcosa anche sul renminbi cinese e sul peso messicano,.

Sul breve periodo, però, le valute dei paesi emergenti non convincono molto. Hanno una forza attrattiva interessante, invece, le valute nordiche, per esempio quella norvegese e quella svedese.