Lavoro: la rete chiede all’UE di pensare ai giovani

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Nel nostro paese le proteste che montano in rete non hanno sempre uno sbocco, qualche volta ottengono dei riconoscimenti in ambito mediatico ma raramente sfociano in un cambiamento reale della situazione. La rete, nonostante non ottenga dei riconoscimenti importanti nel nostro paese, riesce sempre ad essere un punto di riferimento per chi ha bisogno di protestare o far riconoscere i proprio diritti di fronte alle istituzioni nazionali e sovranazionali.

Ecco allora che in tal senso dobbiamo parlare di quel che emerge nei trend digitali dell’ultimo periodo. La rilevazione che riportiamo in sintesi è stata elaborata da Voices from the Blogs, che è l’osservatorio dell’ateneo Statale di Milano. La rete, sembra aver puntato il dito contro l’Europa.

All’Unione è chiesto d’intervenire in modo più efficace e deciso nel mondo del lavoro studiando delle soluzioni per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. Questa protesta, però, è legata ad un euroscetticismo crescente, che non fa il paio con l’atteggiamento espresso dal management europeo, un atteggiamento di profonda apertura.

In termini economici sono stati stabiliti circa 1,5 miliardi di euro dall’UE e in Italia è stato anche definito un provvedimento ad hoc del governo. Questi interventi, però, sono stati giudicati insufficienti dalla rete dove 25 mila tweet hanno criticato l’andamento delle riforme.