Materie prime: i 10 paesi più penalizzati dall’oro

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L’oro sta attraversando un brutto momento: non solo è iniziato il trend ribassista ma negli ultimi cinque giorni di contrattazioni, ha perso il 15 per cento del suo valore. Oggi, un’oncia d’oro, costa appena 1350 dollari.

Gli analisti attribuiscono la crisi dell’oro ad almeno due motivi. Il primo è che molti paesi, in preda alla crisi economica, abbiano deciso di liberarsi delle riserve auree per pagare i debiti accumulati negli anni. Il secondo motivo della flessione parte da una riflessione o meglio da una previsione più ampia.

L’oro, negli ultimi tempi, era stato considerato un bene rifugio per via del fatto che rappresentava un’ottima alternativa alla futura iperinflazione. Questo scenario, però, non si è realizzato e allora non c’è più bisogno di accumulare oro nei propri forzieri.

Ma quali sono i 10 paesi che soffriranno maggiormente per la perdita di valore dell’oro? Al primo posto ci sono gli Stati Uniti che in sessant’anni hanno dimezzato le loro riserve portandole a 10 mila tonnellate ma restano comunque il paese con la maggior riserva aurifera del mondo.

Sul secondo gradino del podio troviamo la Germania che di recente ha anche provveduto a far rientrare in patria l’oro detenuto nei forzieri esteri con l’obiettivo di usare i lingotti anche per la realizzazione di monete celebrative.