Trading quantitativo, nuova tendenza

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Il trading quantitativo è una nuova tendenza del settore, sfruttata molto anche a livello retail negli ultimi tempi. Cerchiamo di conoscerlo più da vicino per comprenderlo un po’ di più.

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Il trading quantitativo è efficace?

Perché è importante conoscere maggiormente il trading quantitativo? La risposta sta nel fatto che in questo grandissimo settore c’è chi investe puntando su un’analisi tecnica di tipo discrezionale e una di tipo per l’appunto quantitativa o sistematica.

Quest’ultima viene considerata generalmente più valida perché è in grado di portare maggiori prove della sua efficacia. E perché è basata su dei percorsi testati statisticamente in passato. Mettendo da parte il possibile contrasto tra queste due correnti, va detto che grazie a specifiche piattaforme il trading quantitativo è quello che ha conquistato più spazio.

Tutto ciò si è trasformato anche in un abbassamento dei costi dei vari software che servono per operare. E stando ai risultati, sembra proprio che il trading quantitativo sia quello più in grado di rispondere alle esigenze di guadagno della clientela.

Questi programmi ovviamente si basano su algoritmi di trading specifici che, tradotti nella maniera più semplice possibile, rappresentano tutta una serie di norme necessarie per comprare e vendere sul mercato. Si parla di formule talvolta molto complesse e altre molto semplici, a portata di comprensione anche del trader principiante.

Il trading quantitativo, ponendosi così, va in contrasto con quella che è l’analisi tecnica tradizionale o classica che è possibile riscontrare su manuali come il Pring o il Murphy. Questi sostengono che il mercato sia praticamente imprevedibile e che oltre all’esperienza serva una certa capacità artistica di muoversi al suo interno.

Non avere paura della programmazione necessaria

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Tecnicamente parlando sia i neofiti che le persone più esperte temono un po’ il trading quantitativo, anche se sul lungo termine sembra assicurare maggiori profitti. E la ragione sta nel fatto che vi è bisogno di programmare gli algoritmi e questo non è semplice da fare.

Su una cosa coloro che sostengono il trading classico e il trading quantitativo sono concordi: l’avere un’ottima esperienza all’interno dei mercati. Vi sono delle voci discordanti in merito, ma nella maggior parte dei casi quando si tratta di programmazione la paura di sbagliare è molto alta.

Ciò che si tende spesso a scordare e che anche in caso di trading quantitativo le regole generalmente non cambiano. E questo significa operare su quei titoli che hanno maggiore probabilità di consentire un guadagno. O ancora concentrarsi su alcune azioni e non sull’intero mercato.

Conviene quindi seguire questa tendenza? Se si trovano le giuste piattaforme si.