India: il crollo della rupia e dei ricchi indiani

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La rupia, la moneta indiana, è in flessione. Ha raggiunto i minimi storici e continua ad aggiornare il record negativo. Secondo molti analisti la situazione è legata alle decisioni della Fed sul QE ma a farne le spese sono soprattutto gli investitori indiani, i magnati del Subcontinente. 

La rupia continua a perdere terreno rispetto al dollaro. Il suo movimento è molto simile a quello delle altre monete dei paesi in via di sviluppo, dei paesi emergenti. Questa flessione si lega alla decisione della FED, confermata anche di recente, di ridurre gli stimoli monetari all’economia a stelle e strisce. Basta con l’acquisto di bond americani? Basta con la tenuta delle monete dei BRICS. Il dollaro, parallelamente si rafforza e cresce il rendimento dei titoli made in USA.

Ma cosa comporta il crollo delle monete dei paesi emergenti? In sostanza equivale alla riduzione del patrimonio dei magnati dei paesi BRICS. In tal senso quello che è accaduto a Mukesh Ambani in India è emblematico. Ambani ha legato la sua fortuna alla raffinazione del petrolio.

Adesso, per via della svalutazione della rupia, ha visto assottigliarsi tantissimo il patrimonio. In poche settimane ha perso circa 5,6 miliardi di dollari ed ora gliene restano soltanto 17,5 da spendere nel mercato del suo paese. Un impero che scompare?