Immobiliare: in Italia serve una riforma del catasto

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Il nostro paese si salverà soltanto se ripartono i consumi, se la produzione industriale aumenta e se parallelamente cresce il prodotto interno lordo. Il sistema fiscale, però, deve essere ridimensionato.

Ormai è un dato di fatto: gli italiani sono più poveri anche per via delle tasse sempre più consistenti che devono pagare. L’argomento fiscale divide la destra e la sinistra ed il terreno di battaglia dell’ultima ora, legato anche alla campagna elettorale, è quello dell’IMU.

La sospensione della prima rata della tassa sugli immobili, secondo alcuni politici del centro destra, sarà provvidenziale per la ripartenza dei consumi, anche se il comportamento degli italiani non è scontato e potrebbe prevalere la propensione al risparmio.

Sicuramente è più interessante rivolgere lo sguardo alla riforma del Catasto su cui sta lavorando anche l’Unione nazionale consumatori. Il fatto è che fino a questo momento i dati catastali sono stati gestiti secondo una normativa del 1939 e quindi senza differenze tra centro e periferia di una città e con un carico maggiore d’imposte per la prima casa.

L’obiettivo, quindi, sarà quello di fare in modo che chi ha più case paghi di più e paghi una tassa più equa anche chi abita in centro rispetto a chi ha comprato casa in periferia.