Italia: le mini tasse per finanziare Imu e Iva

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ECONOMIA

Per rendere effettivo il rinvio del pagamento dell’Imu e dell’aumento dell’Iva era necessario che il Governo trovasse circa 550 milioni di euro che adesso arrivano dalle microtasse imposte nel nostro paese. Andranno a pensare sulle imprese o anche sui cittadini. Ecco chi paga le manovre decise. Molti titoli di giornale sintetizzano con marche da bollo, pausa caffé e gadget vari, i settori in cui il governo ha deciso d’intervenire con un maggiore prelievo d’imposte al fine di rendere operative una serie di scelte, in particolare il rinvio del pagamento Imu e il rinvio di un trimestre dell’aumento dell’Iva.

Molti analisti, invece, si soffermano soprattutto sulla questione delle sigarette elettroniche dove il Fisco opererà un prelievo pari al 58 per cento. Questo, secondo molti franchaiser, sarà il colpo di grazia per un settore che finora era stato in crescita. Il fenomeno delle mini tasse ha talmente caratterizzato la prima fase del governo Letta-Alfano, da ottenere una risonanza anche all’estero.

Il Wall Street Journal, per esempio, ha definito le gabelle italiane delle vere “poor tax”. S’insisterà infatti sulle tasse da applicare alla pausa caffé e alle merendine, ma anche ai gadget che di solito sono allegati alle riviste, per esempio, tanto per fare citazioni stagionali, il famoso telo da mare con la rivista di gossip. Ci sarà poi un aumento dei costi del pieno di benzina, un rincaro della Robin tax e la nuova imposta sulle sigarette elettroniche.

Tutta la manovra porterà nelle casse dello stato ben 550 milioni di euro.