James Hamilton spiega le cause della crisi americana

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L’America non è in crisi perché da un giorno all’altro si è verificato un buco nelle sue finanze. Come hanno osservato molti economisti, ci sono delle carenze di lungo periodo, delle lacune che devono essere colmate.

A spiegare quello che sta succedendo in America, in modo che anche gli investitori possano decidere la rotta degli investimenti, ci ha pensato un economista molto importante nel panorama a stelle e strisce: James D. Hamilton, professore di economia che dal suo blog Econbrowser ha fatto 5 osservazioni sulla crisi americana.

In generale ci sono cinque carenze strutturali del Nuovo Mondo che hanno procurato l’ingrandimento del debito, tutte carenze che nascono da un difetto comune dell’economia americana.

Il primo punto da prendere in considerazione è l’aumento percentuale del debito federale rispetto al PIL, che negli ultimi 30 anni è stato sproporzionato.

Il secondo problema evidenziato è che rispetto al Prodotto Interno Lordo sono aumentate le spese ma non sono cresciute di pari passo le tasse.

Il terzo punto approfondisce la questione “spese”, dimostrando che quelle per la Difesa, in proporzione, rappresentano la stessa percentuale del PIL, uno scenario già visto nel 1980.

Sono cresciuti molto anche i trasferimenti e così si arriva al quarto punto da tenere a mente: l’incremento dei trasferimenti per i programmi Medicare e Medicaid.

L’ultima questione è sempre relativa alle tasse: la decrescita delle aliquote, rinnovata da Obama, oggi fa sì che ci siano le aliquote fiscali più basse per gli ultimi quattro quantili di reddito.