Italia: quanto è costata l’austerità

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Un po’ tutti, negli ultimi mesi, analisti, istituzioni, economisti e nazioni, stanno tornando sui loro passi e stanno iniziando a rifiutare l’austerità quale metodo privilegiato per rimettere a posto i conti delle nazioni. L’ultima istituzione a pronunciarsi contro questa tecnica è stata la nostra Corte dei Conti. 

Il presidente della Corte dei Conti, di recente, ha presentato il rapporto annuale 2013 sul coordinamento della Finanza pubblica. La conclusione alla quale si giunge dalla lettura dei dati è che le politiche di austerity, fino a questo momento, hanno in qualche caso rimesso a posto i conti ma in generale sono state le concause dell’aggravarsi della recessione.

In Europa, per esempio, adesso, dopo una fase molto restrittiva che è esemplificata egregiamente dalla Grecia, c’è la necessità di abbandonare l’austerity per tornare alla programmazione di stimoli per la crescita. Non servono cioè delle nuove deroghe per la gestione della spesa.

Luigi Giampaolino, dunque, mette una pietra sopra all’austerity e poi approfondisce il caso italiano. Nel nostro paese, infatti, il passaggio da una legislatura all’altra ha fatto pensare che ci potesse essere una modifica alle politiche di bilancio, in realtà, nella pratica, c’è stato soltanto un aumento delle imposte che non ha tenuto conto della recessione delle famiglie.