Europa: le nuove considerazioni di Krugman

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ECONOMIA

La pubblicazione dei dati PMI riferiti all’Europa e alla Cina, ha avuto un impatto immediato sugli indici più sensibili ai mutamenti del mercato asiatico come la borsa di Tokyo. Nell’UE, invece, si conferma lo stato di recessione del Vecchio Continente. Non poteva mancare al commento dei dati, il premio Nobel Krugman.

Paul Krugman ha deciso di tornare sulla questione europea, proprio adesso che dall’Oriente, quindi dalla Cina e dal Giappone, ma anche dall’America, arrivano messaggi incoraggianti a chi deve investire nelle opzioni binarie.

Il premio Nobel per l’economia spiega che almeno per l’Europa avrebbe sperato in qualcosa di più, almeno in un pacchetto già pronto di riforme strutturali. Ma cosa s’intende con questa espressione? In genere, negli anni passati, i governi che volevano eliminare dei diritti dei lavoratori, partivano proprio dal termine riforme strutturali.

Oggi, la considerazione è più matura perché si sa che l’Europa deve comunque affrontare delle difficoltà. Per esempio, il sistema pensionistico francese prevede che la pensione arrivi a 55 anni, un’età decisamente bassa che influisce sul sistema occupazionale dei transalpini. Krugman, però, fa anche un’altra ipotesi: le riforme del sistema assistenziale e pensionistico, devono essere prese in considerazione dall’America e dall’Europa ma bisogna nominare correttamente tutti gli interventi.